Il bimbo e il vecchio

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Sul lungomare c’è un bambino. Tiene la mano alla nonna che lo guarda saltellare e lo trattiene un po’. Domani è sempre lontano. Ha un ginocchio sbucciato, ma tra un po’ sarà la sua festa e il regalo saprà di giocattolo di mare. Raccoglie una pallina da tennis e la passa ad un ragazzino che sta imparando. La racchetta è di legno e un po’ pesante, il ragazzino si esercita da solo poi spara lontano ad un amico. Il rumore della risacca e il sole va giù nella sera che si fa tiepida. La ragazzina col costumino viola ascolta il juke box e non saprà mai quanto è bella per lui. Ma si distrae a guardare un ragazzo che corre verso il mare in un tuffo scomposto.
C’è da organizzare la serata, ma vuoi mettere il bagno nell’acqua calda della sera? Meglio che andare a pesca col padre, che poi il pesce non è neppure granché da mangiare.

L’appuntamento è al muretto, al solito, mezz’ora più, mezz’ora meno. Ci sono le stelle da andare a vedere e sognare un po’. Magari trovare la mano di quella con gli occhi che brillano. Ora, poi, c’è la moto e fa più scena. Poco male se qualche sorriso diventa un nodo in gola. Tornerà il freddo a mischiare tutto un’altra volta.

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C’è un’altra alba da scoprire per chi ha pazienza di andare a vedere come il giorno incendia le stelle e le soffia via. Il mare calmo delle sei di mattina è per chi corre e chi passeggia, le gambe fanno male, ma è il momento per ritrovare se stessi prima che salgano le voci e la schiuma salata. Quando arriva alla fine, sugli scogli, sono ancora intatti e sceglie il salto più scomodo per lasciare il passo alla bimba per mano al suo papà. Con lui lei sta avventurandosi in un piccolo brivido di pericolo e di bravura da esibire poi. Il papà la guarda attento e un po’ orgoglioso.

Una mano va su in cielo. Lo sfondo azzurro è sempre uguale e quella mano è abbronzata e da adulto finalmente. Il mondo ai piedi e tante sfide che a salire verso Terracina alta c’è sempre da sudare, che sia a pedali oppure a piedi. Le pietre dell’antica Appia hanno visto i carri e la conquista di una civiltà che esiste. Tempi bui e tempi nuovi, sullo sfondo una canzone napoletana e una miss che arranca un po’. Il vento spazza e il vento rinnova. Addio cartoline a far polvere dai giornalai, ora c’è altro per fissare i ricordi. Ma occhi e cuore valgono sempre di più. La bimba prosegue e cerca la mamma, un vecchio la guarda un attimo, poi punta di nuovo all’orizzonte come fece quella volta tanti anni fa. La mano verso il cielo ha le rughe ora e trema un po’. Lo sguardo ha una malinconia e una gioia.
Assomiglia così tanto a quel bambino, che quasi non se lo ricorda più.

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