A Glocal, parlando di social e territorio

Per la serie “tutto fa curriculum” (prima che sorridiate pensando al mio mezzo secolo: non si finisce mai di fare curriculum, stampatevelo in testa) mi sono trovato a fare da moderatore in occasione di uno dei convegni organizzati nell’ambito di Glocal, il festival del giornalismo organizzato da Varesenews. Un evento nazionale dedicato ai giornalisti e a tutti coloro che hanno a che fare, in qualche modo, col mondo della comunicazione.

Da destra, Antonio Franzi, Luca Natale, Filippa Lagerbäck, Fabio Lunghi e io

Il tema era la “promozione del territorio attraverso i social”. In tempi di improvvisazione e indefinitezza, soprattutto quando si parla di ruoli e compentenze online, nulla è scontato. E il rischio di prendere sotto gamba la questione lo sperimentiamo quotidianamente in comunicazioni che sfiorano il ridicolo se non fossero tragiche per chi le subisce. A cominciare da chi si affida a “Social media cosi” (la definizione di un’amica del settore la trovo geniale per descrivere le idee confuse di troppi) senza arte né parte se non il merito di possedere un computer con connessione a internet (!). Oppure solo un telefono. Maledetti.

Comunicazione e promozione del territorio passano per la qualità, non per la quantità di follower raccattati per gossip o imitazione trash. Meglio lo stile e la selezione.

E di stile e selezione ce n’era tra gli interlocutori che ho avuto l’onore di gestire tra gli attori del convegno. Il volto televisivo e molto social di Filippa Lagerbäck, che mette cultura e stile dietro a un bel volto, Luca Natale, che si è inventato (con l’ottima Silvia Baglioni, compagna di lavoro e di vita) una comunicazione spaziale per le Cinque Terre (facile, direte, manco per niente invece, se si vogliono superare i luoghi comuni e far conoscere un territorio nella sua interezza), poi Fabio Lunghi e Antonio Franzi, rispettivamente presidente della Camera di Commercio di Varese e relativo addetto stampa.

Divertente, a fine giornata, trovarsi tra le citazioni su Twitter. Grazie ragazzi!

Un bel confronto venuto fuori da un po’ di appunti buttati giù alla rinfusa cui sono riuscito a dare un ordine coerente grazie anche ai bei racconti dei miei interlocutori. Un confronto e anche spunti che spero possano essere utili alla bella platea di giovani e giovanissimi che seguivano curiosi l’argomento e magari domani sapranno raccontare meglio che mai i territori per cui si troveranno a lavorare. Magari una goccia nel mare e basta. Ma cercando di far capire che i social non sono questione di fortuna, ma “follower” vanno costruiti con qualità e competenza. Mica facile. Ma si può fare. Con l’impegno, come in tutte le cose. No?

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