Colnago è di nuovo Colnago

Colnago è sempre Colnago. L’Ernesto, lo zio, chiamatelo come vi pare ma è lui. E mi ha fatto piacere ritrovarlo così come l’avevo conosciuto. Le ultime volte che lo avevo incrociato nelle fiere, al suo compleanno quando fa ‘ste mega feste, l’avevo visto dimesso, più che lo zio forte sembrava un vecchio nonno che guarda lo scorrere del tempo. Era così da quando è scomparsa la moglie.

Sono andato a trovarlo con un amico/collega di Biciclette d’Epoca. Rivista che ha vissuto una storia un po’ particolare e che ora sta rinascendo grazie alla buona volontà di questo amico (Alessandro Galli) che ha un service editoriale ma si dedica direttamente alla rivista.

Scrivo qui queste cose perché l’incontro, in realtà, lo ha organizzato lui. Quindi lascio alla sua rivista la precedenza di parlarne.
Ha pensato un’intervista diversa dalle altre, come è diversa la rivista che ha consegnato tra le mani di Colnago.

Io col ruolo di fotografo in questo caso. Poi ne è venuto fuori anche altro. C’è una buona parte di Colnago da raccontare e sono contento di aver accompagnato Ale.

Che poi era preoccupato come un ragazzino all’esame. Invece ha studiato ed è andato preparato. Già ne sapeva un po’, ma per affrontare l’Ernesto si sentiva in dovere di studiare. Ha letto interviste, recuperato libri e foto. Penso che alla fine ne sapesse più del 90 per cento delle persone che vanno lì a intervistare Colnago.

Che poi Colnago l’ha chiamato Alessandro solo quando gli ha chiesto chi fosse. Dopo era un “ascolta qui, biciclette d’epoca”, spesso in dialetto che non so ripetere (e pure capito poco).

Ed è venuta fuori una cosa proprio carina. Perché sfogliando Biciclette d’Epoca, Colnago, riconosceva telai e lavorazioni. Spiegava quando faceva così, quando si è invento colà e lui è stato il primo. Questo l’ha ripetuto spesso, aveva ragione pure.
E intanto scriveva, disegnava, mostrava come era messa la pedivella di Magni quando lo incontrò la prima volta.

Insomma, ho trovato un Colnago che è tornato ad essere l’Ernesto che incute rispetto e un po’ di timore.
Di Aru non abbiamo chiesto, era una domanda consumata.
Un Colnago come questo se lo prende sotto e gli fa due parole delle sue, forse fa tornare pure Aru al posto che gli compete. Quasi quasi ci scommetto. 

Poi ne scriverò per bene pure io.

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