Ci siamo svegliati con un condannato innocente. Autoassolto in un processo di piazza in cui i giurati si sono detti d’accordo con lui. Nessuna smentita. Curioso che un condannato vada in piazza a fare comizi e nessuno lo fermi portandolo dove la legge ha detto che deve (dovrebbe) stare.
Si parla dei giudici come impiegatucoli dello stato, sputando su quelli che ci hanno rimesso la vita, si parla di giudici che fanno della legge quel che gli pare, come se la legge, all’improvviso, non fosse più in grado di tutelare se stessa. E sì che la giurisprudenza italiana è una delle più evolute. Dove sono allora gli altri giudici, quelli “onesti” che dovrebbero vigilare su questi deviati?
Sembra tutto un paradosso e torna tutto come prima in una situazione che evidentemente fa comodo ai più. La politica italiana è l’arte di mantenere la propria poltrona chiamando merito l’immobilismo.
E il popolo applaude.
Altro che rivoluzione. Non c’è pericolo.
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