“Ma figurati”

Quel che è successo al Mottarone si sta rivelando con una tragica evidenza: sottovalutazione del rischio in base all’esperienza personale. Quindi una rivalutazione individuale (prima ancora che economica) di un pericolo, sottovalutando chi della valutazione dei rischi ne fa un lavoro e uno studio. Perché se togliamo le sottovalutazioni del particolare, pochissime tragedie restano al “caso”. Forse nessuna.In quante situazioni ci siamo trovati a dire “ma figurati”?

Mi arrabbiavo con Alessandra quando evitava la “mia” regola di chiudere la porta di casa con le chiavi sempre nella toppa esterna: una sicurezza per non restare chiusi fuori. Cosa capitata, puntualmente, un paio di volte a dispetto del suo “ma figurati, lo so di avere comunque le chiavi”. Ci abbiamo riso su, episodio banale.

Quante volte, invece, sui posti di lavoro, si tende a dire “ma figurati”? E troppe notizie sono ancora fresche a parlare di tragedie che i sistemi di sicurezza, sulla carta, avevano già previsto anche a dispetto dei sorrisi di chi pensa che “sei troppo preciso, così non si lavora più”. Nessuna volontà criminale ovviamente, solo cattive abitudini ereditate dalla consuetudine. Ora il peso della tragedia su chi non avrebbe mai immaginato e invece ne subirà conseguenze (giustamente) pesantissime.
Quante dimostrazioni dobbiamo avere ancora?

(NB: la foto di copertina è generica)

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