Trenitalia-Trenord: me lo fanno apposta

Chi mi conosce sa che ho un rapporto conflittuale con i treni e i loro orari mischiati alla mia atavica incapacità di memorizzarne tmpistiche e e fare attenzioni. È un po’ che non ne parlo, ma non perché si tratti di cosa superata, semplicemente in epoca Covid, ho viaggiato molto meno in treno. Ora che sto riprendendo ricominciano i pasticci.
L’ultimo ieri, giornata da tre treni e quindi ad alto rischio di pasticciare. Stavolta, però, non ci ho messo del mio – giuro – ma è stata Trenord a giocarmi lo scherzo.

Dopo aver corso per prendere il treno che sarebbe partito, sulla carta, a dieci minuti dell’arrivo del mio precedente, in Centrale a Milano, sono stato ad aspettarne i comodi che dipendevano dal treno superveloce per Basilea che, alla faccia degli Svizzeri, è partito con 10 minuti di ritardo. E il mio di conseguenza visto che doveva accodarsi e mi ha fatto perdere la coincidenza a Rho Fiera. Ma tanto pazienza, se tutte le strade portano a Roma, i treni di Rho-fiera spesso portano a Varese, per cui perso uno se ne prende un altro, anche se fa tutte le fermate. Roba che ne scopro sempre una nuova che non conoscevo.

Ecco, questo è il problema. Verificato che “il treno ha destinazione Varese” come rassicuratomi dalla voce all’altoparlante ripetuta a ogni stop, ho iniziato a sentire un elenco di paesi poco conosciuti, meno conosciuti e perfettamente sconosciuti. Possibile che non ci abbia mai fatto caso in precedenza?
Possibile.

Per cui ascoltavo e cercavo di mandare a memoria, così la prossima volta mica mi frega. Annunciava stazioni e la gente scendeva, per cui – almeno la gente – riconosceva. E questo mi rassicurava sul fatto di essere sul treno giusto confermato, ogni volta e ancora dalla destinazione.
Però Trecella… boh. E altri che non ricordo
Fino a Pozzuolo Martesana, che cavolo. Martesana è verso Varese, insomma. Cerco su google maps e conferma che mica tanto. Che giro fa questo treno di Gianni Rodari. E nessuno che domanda e conferma? Controllori inesistenti e vetri opachi, facciamo a fidarci.
Ma quanto dura questa sosta a Pozzuolo Martesana? C’è un ragazzo dietro di me, una ragazza un po’ più in là, fermi e un po’ perplessi. Finché passa un altro ragazzo, più sveglio e “guardate che siamo a Varese”. L’orologio conferma, con qualche ritardo ma è qui che dovremmo essere.

Risucchiati dalla realtà ce ne andiamo verso l’uscita, un controllo al cartello della stazione prima di abbandonare il treno per chissà dove e finalmente a casa.
Me lo fanno apposta.
E io ci casco in pieno. Maledetti!

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