“About”

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Guido P. Rubino, giornalista, scrittore, autore e fotografo, inizia a lavorare in un giornale nel 1996. Ha pubblicato diversi libri, per editori come Hoepli, RCS e Mondadori, raccontando la tecnica, i grandi miti delle due ruote, le biciclette storiche e, più in generale, il ciclismo. Ha collaborato come consulente per aziende del settore e per il Ministero dei Beni Culturali.
Segue gli eventi più importanti del ciclismo come il Mondiale, il Giro d’Italia, il Tour de France e le Classiche. Competizioni che sono raccontate su Cyclinside.it, la rivista che ha fondato nel 2007, dedicata alla tecnica e alla divulgazione della cultura della bicicletta. Come fotografo ha esposto i suoi lavori in diverse mostre fotografiche. È membro della giuria dell’Oscar green del Cicloturismo.

Sono nato a Roma nel 1968.
Ho iniziato a pedalare a 15 anni, quando mio padre mi comprò una bici da turismo Peugeot. Telaio in acciaio, parafanghi, cambio a cinque velocità, ma anche doppia moltiplica anteriore. Una bici quasi unica per l’epoca (in Italia).
Dalle prime pedalate da solo passai al Velo Club Audax di Roma, capitanato da Fulvio Lo Monaco e poi sono arrivato ad una squadra amatoriale e quindi a fare anche qualche corsa tra i dilettanti.
Intanto, finito il Liceo Classico mi sono iscritto a Giurisprudenza e poi sono passato a Lettere, ma mi sono diplomato in Archivistica, Paleografia e Diplomatica presso la Scuola dell’Archivio di Stato di Roma. Non avrei mai immaginato che, un giorno, mi sarebbe tornata utile per un lavoro al Museo del Ciclismo Madonna del Ghisallo.

Intanto tantissima fatica e qualche piazzamento. Nel 1994, complice anche il servizio militare alle porte (non potevo più rimandare con l’università) smisi di correre e senza troppi rimpianti. Non avrei potuto spingere molto oltre i miei limiti.

Alla fine del 1995 mi presentai a Bicisport, o meglio, alla Compagnia Editoriale dove iniziai lentamente a prendere confidenza con l’editoria e sempre di più con la tecnica ciclistica.
Qui, per oltre undici anni ho curato le rubriche  e scritto articoli tecnici sulla bicicletta. Ho girato anche un po’ il mondo e pedalato e fotografato in posti dove non avrei mai immaginato.
Nel 2003, è nato il sito sulla bicicletta guidorubino.com. L’idea era di creare un archivio ben organizzato delle conoscenze tecniche che via via accumulavo. Metterlo on line è stata la naturale conseguenza.
Lentamente il sito, sempre più ricco di contenuti, ha iniziato ad essere ben indicizzato sui motori di ricerca e, a volte, chi ci capitava su, mi scriveva per approfondire qualche argomento.
Ho iniziato quindi a pubblicare le domande che mi ponevano con le risposte che davo per poterle condividere anche con gli altri avventori del sito. Non me ne resi subito conto ma il sito iniziava a prendere piede sempre di più. La continua organizzazione che gli stavo dando ne ha permesso una lettura sempre più agevole e i lettori aumentavano sempre più.

A metà 2007, sono andato via dal giornale, a Bicisport avevo fatto il mio tempo. Era il momento di cambiare con il lavoro per qualcosa di più stimolante.

È arrivata così l’idea di creare qualcosa di diverso. Il sito sulla bici, ormai lanciato in una nuova dimensione è diventato una testata giornalistica registrata. Il nome “Cyclinside” è nato in una notte dopo vari tentativi e giochi di parole. Può essere letto con traduzioni un po’ libere come Cycling side (dalla parte della bicicletta/del ciclismo) oppure Cycl(e) inside (dentro la bicicletta). Il logo è la realizzazione dell’amica Valeria, grafica per lavoro e passione.
La struttura del sito è rimasta la stessa di prima ma pur sempre in costante evoluzione e aggiornamento.
Il riscontro delle aziende di settore mi ha fatto capire che la strada poteva essere decisamente quella giusta.
Intanto è iniziato anche un lavoro con l’editoria stampata: libri questa volta, che trovate nella sezione dedicata del sito.

Ho continuato a lavorare anche con la fotografia. In una redazione un giornalista che torna a casa anche con le foto è sempre ben gradito (fa risparmiare) ed è venuto naturale iniziare a raccontare le cose non solo a parole. Un percorso descrittivo può essere fatto con le frasi al posto giusto, ma  anche con le immagini. È quello che provo a fare soprattutto in settori di cui so scrivere e dove quindi le foto risultano anche più azzeccate.

Il lavoro come fotografo (non solo di ciclismo, anche eventi di altri settori) dà molte soddisfazioni poi. Non è un caso che nei libri che pubblico, spesso le foto siano mie. E ognuna ha una storia da raccontare.

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