Ghostwriter

Il ghostwriter è qualcuno che scrive a nome di un’altra persona che, nel migliore dei casi, rilegge, dice la sua, supervisiona e indirizza lo scrittore perché il libro (o comunque il testo finale) esca dicendo cose che chi compare nella firma condivide e sa realmente. Tutti apprezzeranno chi firma ma il l’autore è… il fantasma.

Mi è capitato di fare il ghostwriter e mi considero fortunato. Sia perché si tratta comunque di un lavoro pagato (anche se, nell’editoria, si tratta sempre di un valore relativo), ma anche perché ho lavorato per persone che stimo e che, in fin dei conti, sono sicuro che avrebbero potuto scrivere anche da sé. L’unica variabile, per loro, era il tempo che non avevano. Così, come nel lavoro del copy è divertente – spesso – rispettare il numero esatto delle battute richieste, in quello del ghostwriter ho trovato interessante e pure affascinante, scrivere nello stile delle persone che poi avrebbero firmato. Non si tratta solo di riprendere qualche loro modo di dire, ma anche la maniera in cui compongono le frasi e dicono le cose. Me li facevo entrare in testa come quando imito alcune persone con una loro parlata caratteristica o nel modo di fare.
No, tranquilli, non sono un imitatore, ma mi piace trovare delle caratteristiche ricorrenti nelle persone, quelle che le caratterizzano.

In fondo, è un po’ come fotografare in questo senso.
Ecco, il ghostwriter vive di luce riflessa e gioca con questa luce dando forma all’opera che va a realizzare.
Quanti libri da ghost? E no, qui davvero non si può dire niente e certi clienti non compaiono nemmeno nel curriculum. Ma se leggerete un libro che parla di biciclette… chissà.

Come dite? L’immagine d’apertura sembra un polipo più che un fantasma? Embe’, faccio il ghostwriter, dovrei torvarmi un ghostdrawer!

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