Questione di Scatti

Mostra fotografica

Quando e dove:

  • 20-22 settembre 2019 a Foligno (PG), in occasione de “La Francescana
  • 3-6 ottobre 2019 a Gaiole in Chianti (SI) in occasione de “L’Eroica

Si ringraziano La Francescana e L’Eroica per l’ospitalità. Campagnolo SRL e Basso Design per progettazione e realizzazione.

https://www.campagnolo.com/IT/it
http://www.bassodesign.it/

Era il 1813 quando, a Karlsruhe, nel Baden-Wüttemberg, il barone von Drais costruiva la sua Laufmaschine, la “macchina per correre”, rudimentale antesignana dei successivi e ben più “meccanici” velocipedi e “bicicletti”; poco più di un decennio dopo (1826 o 1827), a Saint-Loup-de-Varennes, in Borgogna, Nicéphore Niépce coronava i suoi esperimenti di impressione della luce realizzando la prima fotografia (anche se allora si chiamava “eliografia”) della storia dell’umanità: Vista dalla finestra a Le Gras.

Tutto questo per dire che due tra le più grandi invenzioni dell’uomo, la bicicletta e la fotografia, vanno di pari passo da quasi due secoli. Ai tempi in cui scattava Man Ray scattavano Girardengo e Pellissier; ai tempi di Coppi e Bartali, Robert Capa, Robert Doisneau; oggi, con Froome e Bernal, scattano Sebastião Salgado e Steve McCurry.

Scattare. Da ex- e captare. Prendere e portar via, afferrare e tirar fuori. Si prende e si porta via se stessi quando ci si alza sui pedali e si parte veloci, lasciando alle spalle strada e avversari. Si afferra e si tira fuori con un clic un’immagine, un ritratto, un paesaggio.

Questione di scatti. Nel ciclismo, è l’accelerazione rapida e improvvisa, quella che spesso sui pedali è il preludio di una vittoria, o quanto meno di un’avventura. Nella fotografia, è l’azione di apertura istantanea dell’otturatore prodotta comandata da un pulsante, azione che dà il nome anche al risultato di quell’azione: la foto vera e propria. 

Guido Rubino non è Cartier-Bresson e neanche Eddy Merckx, ma quando si tratta di scattare, foto e bici, sa il fatto suo. Questione di attimi e di scatti. Entrambi lui li conosce assai bene.

Scatto, infine, è anche parola che significa “avanzamento, passo in avanti, salto di qualità”. Parola che fin dai tempi della mitologica salita del passo di Croce d’Aune (1927), quando Tullio pronunciò le fatidiche parole “bisogna cambià qualcossa de drio”, ha segnato la storia imprenditoriale e sportiva della Campagnolo. Quasi 90 anni di passi in avanti e salti di qualità.

Gino Cervi

Parlano del ciclismo del passato, ma guardano al futuro. Le ciclostoriche sono manifestazioni di appassionati che rispolverano la bicicletta in acciaio e hanno un fascino che si fonde tra il gusto di uno stile da riscoprire e un’eleganza che oggi si rimpiange un po’.
In comune, con il ciclismo moderno, hanno la fatica. Quella è rimasta invariata a dispetto di tanti progressi tecnologici che hanno coinvolto biciclette, accessori e abbigliamento.

Il gusto della fatica non ha età per ciclisti e biciclette. È quello che si traduce nel fascino dell’impresa nella frase che riassume perfettamente il senso coniata da Giancarlo Brocci, quello che più di tutti ha immaginato il rilancio del ciclismo moderno passando per quello antico. Con un termine moderno potremmo definirlo “visionario”.

Raccontando la storia del ciclismo si descrive lo spessore di uno sport che diventa cultura e, in Italia, anche storia della nazione.
Così come raccontare la storia di un’azienda significa fare cultura del suo prodotto dandogli lo spessore di un’esperienza formidabile.

“Questione di Scatti” è una sequenza di immagini pescate da due belle manifestazioni di ciclismo storico sul territorio italiano: L’Eroica e La Francescana. Umbria e Toscana unite da un racconto fotografico che parla del territorio e di un silenzio che si può ascoltare solo sui pedali di una bicicletta. Il sottofondo delle ruote sulle strade sterrate e il tintinnare della catena sull’acciaio che risuona e non risponde secco. Per molti diventa musica.
“Questione di Scatti” parte dalla notte dei ciclisti, come quelli di una volta che partivano prima dell’alba per sperare di arrivare prima del tramonto. All’Eroica alcuni ci riescono, altri no. E accendono di nuovo le luci che li porteranno a casa, a Gaiole in Chianti, “Paese de L’Eroica” come recita il cartello sulla statale.

La Francescana parte da Foligno e cerca le strade del Santo di Assisi percorrendo vigneti e colline non troppo cattive. Una scoperta di gusti e colori attorno ai paesi in festa.
Cultura e ricerca del territorio esplorato a pedali, sguardo lento nella ricerca di componenti e telai storici. Un cambio da collezione che per un giorno torna alla polvere che aveva conosciuto in gioventù. Oppure componenti più moderni che raccontano un’evoluzione tecnologica nata da un colpo di genio di un ciclista esasperato: Tullio Campagnolo che fu spinto per necessità a disegnare il suo primo brevetto. Il via di un percorso che è diventato storia d’azienda, legato, anche in questo caso, a un’Italia in crescita e mai seconda per fantasia e genio.

Nei cambi e nei componenti che corrono sulle strade sterrate di Francescana ed Eroica c’è il racconto di un’evoluzione che sa già di storia e parla direttamente al futuro. Quei componenti sono la base che ha permesso la realizzazione dei più moderni sistemi elettronici che oggi vediamo nelle gare dei professionisti.

“Questione di Scatti” racconta tutto questo, con lo sfondo dell’Italia più bella.

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